Il Creativo and I

Ti apre la porta in maglietta e pantaloncini, gli occhi chiari divertiti da qualcosa. Ti offre da bere {“Perché hai bottiglie di bianco quando è meglio il vino rosso? Puoi sempre insegnare ai tuoi ospiti a bere quello.”}, si mette a cucinare nel modo degli americani e prima che uccida l’Italia che c’è in te, prendi tu la situazione in mano per fare la pasta. {“Feel free to take off as many clothes as you’re comfortable with.”}
Finite a bere vino rosso e parlare di New York e Chicago di fronte ad un piatto di ravioli. Parlate della sua relazione aperta, della bisessualità, del consenso e di quanto possa diventare una linea labile, di fetishism.
Ti senti leggera. Meglio ancora, lo senti leggero, al punto tale che il tuo ormone impazzito che all’inizio gridava per essere soddisfatto adesso fa le fusa mentre vi fate le coccole.
Ha una fotografia di uno scorcio urbano dai toni caldi appesa alla parete, quadri vari sopra le casse {“I love Florence and the Machine.”}, ha lenzuola grigie e le pareti celesti.
Ti dice che potreste lavorare insieme, e l’idea di fargli da modella davanti alla macchina fotografica non ti dispiace affatto.
È consapevole di sé, ed è tranquillo.
Mentre ti raccompagna a casa {“Se hai freddo prendiamo la macchina, non la moto.”} ti accorgi che ha il cambio manuale {no pun intended}, e sorridi.
{“Didn’t you notice when I came to pick you up Saturday?”
“I was concentrating and noticing other things, on Saturday.”}