Gatti, in America?

Allora, mentre stavo rifacendo il letto stamattina mi è venuta in mente questa canzone, contando anche il fatto che qui io di gatti selvatici non ne ho mica visti! Ho visto conigli selvatici zompettare qua e là – che poi sono anche quelli che fanno casino fuori in giardino – ma gatti… sinceramente no. 
Fosse mai che Fievel avesse ragione? Mah, lo scopriremo presto – se anche il prossimo anno va così, senza mici, dovrò arrendermi all’evidenza.
 

Detta questa cosa superimportante, ora mi trovo in panico da rush finale.
Il Rush Finale è una cosa che ho scoperto amaramente quest’anno, e che non coincide con gli esami universitari ai quali siamo abituati in Italia – purtroppo, dico io. Per quelli ti metti a studiare un mese, ripeti, fai schemi, poi ti presenti all’orale, ingoi la paura e l’ansia, e via.
No, qui ti prendono dal primo giorno e ti caricano di Paper e presentazioni e discussioni, così che, una volta arrivati all’ultima settimana dell’ultimo Quarter (bimestre e un po’) con ancora milleottocento cose da fare, uno inizi un attimo a perdere la testa e a smadonnare.

Il mio problema non sono tanto i millemila papers (no, mica…) quanto il fatto che ci sia la ShibariCon di mezzo. Dal 24 al 28 maggio io sarò bellamente su all’Hilton, a divertirmi e a giocare con le corde; dormirò se va bene due ore a notte e tornerò fra le persone normali lunedì nel primo pomeriggio. E da lì la mia schedule per le consegne è quanto segue:

 

  • 29/05 : [ Topics in Publishing ]
                 I Draft Essay on Super Sad True Love Story – 4pgs
                 Draft of Interviews so Far
  • 01/06 : [ Stylistics ] Style Excercise V – 2&half pgs
  • 04/06 : [ Stylistics ] Paper su Joan Didion&The White Album – 7/8 pgs
  • 05/06 : [ Topics in Publishing ]
                 Final Draft Essay on Super Sad True Love Story
                 Final Draft of 10 Interviews for the Anthology 

Il che detta così non è neanche un’enormità, insomma. E’ il concentrato che mi preoccupa – e tanto, anche, visto che devo rileggermi Super Sad True Love Story da oggi e poi scriverci il paper su e mandarlo il 29 al prof – perchè no, non andrò a lezione quel giorno mi dispiace; il fatto è anche questo: sono arrivata all’ultima settimana, ho un sacco di cose da fare, persone da salutare, internship da iniziare decentemente, set fotografici da mettere su, e non so come riuscirò ad incastrare tutto quanto, prima di rimettermi a fare la valigia e tornare a Roma.
 

Credo fermamente di potercela fare, ho finito A Storm of Swords e sono molto fiera di me – e poco di Martin, ho iniziato un altro libro fantasy – prima o poi riuscirò a disintossicarmi, giuro… – appena finirò questi finals mi darò alla biografia di Tolstoj e finirò di leggere La Peste di Camus. E poi ci sarà un’estate di libri e nullafacenza davanti a me, che idea allettante *_*

Che Ansia!

 Ringrazite tutti Yaxara che mi ha fornito l’ispirazione nonché il tema per il post che sto scrivendo or ora, dopo aver mandato un po’ di e-mail in giro per piccole case editrici che ovviamente non si sono degnate di rispondere. E quando mai.
Anyay, non mi scoraggio, appena finisco qui torno a procacciarmi anime da dare in pasto alle grinfie del nostro progetto per l’Antologia (un’antologia sulle piccole case editrici negli US, per capire come funzionano, cosa fanno, etc etc.)

Allora. *Rullo di Tamburi*
Qui a Chicago c’è la sindrome dell’accopiamento. E non nel senso di "passiamo le giornate di pioggia a letto", quello piace un po’ a tutti; proprio nel senso di Siamo accoppiati, non ci scoppiano più, SPOSIAMOCI." 
La prossima settimana giuro che conto le persone che in classe mia sono sposate. Va bene, alcune hanno trenta e passa anni, sono giustificate, ma il resto? Venticinquenni sposati/e, ventiseienni con la fiancé o il fiancé, ventisettenni sposate e divorziate, gente cristiana fino al midollo che non farà sesso prima del matrimonio… in una parola: aiuto. 
Mi rendo conto che non è un movimento di massa, ma… ce ne sono tanti, di esemplari simili. Diciamo che andiamo da un estremo all’altro, da una parte abbiamo cuccioli di buona donna nel recinto e dall’altra abbiamo mariti7mogli/fidanzati che scorrazzano liberi e felici delle proprie scelte.
Ora, contenti loro, contenti… non lo so, loro, credo. 
La cosa che più mi sconvolge è che qui è una cosa normale. E’ questo il punto. E non che non sia normale sposarsi, per carità di Zeus – che in questo discorso non ci dovrebbe proprio entrare, lo so – ma… così presto?
Voglio dire, io non ci vedo niente di male nello sposarsi a trent’anni, trentadue, poi se vuoi pure i pargoli ti devi sbrigare perchè avere i genitori settantenni non piace a nessuno, eh. Però…
A ventiquattro anni?? A ventitrè?? MA SIAMO MATTI??

Voglio dire, uno non si preclude un po’ un sacco di cose? Viaggi, lavoro, carriera, sbronze, parties, incontri casuali dettati dal destino, divertimento, etc? Cioè, non si è un po’ tanto piccoli per sposarsi a quest’età? Miss Bennett, chiedo perdono – Mr. Darcy era un’altro paio di maniche e LO SAPPIAMO TUTTI.
E se poi si divorzia? Resti con l’amaro in bocca, con la brutta esperienza e molto probabilmente diventi tutt’altra persona. E se hai un pargolo al seguito devi anche fare millemila conti per arrivare a fine mese.
Voglio dire, cos’è tutta questa fretta? Hello, people??

Io ci penso, al matrimonio. Più che altro penso alla convivenza, visto che i matrimoni nella mia famiglia non sono mai stati roba fortunella. Però non adesso – no, adesso proprio NO – o non a meno che non accada qualcosa per cui sia o quello o niente. E sempre che ne valga la pena, eh. Niente contro il bf oltreoceano, beninteso.
Quando non sarò oberata di lavoro scolastico, quando avrò un lavoro che mi permetta di essere indipendente, quando avrò un appartamento mio, allora forse. Sempre se ci sarà la controparte, sennò ciccia e si sta bene da soli. Ma adesso, a quasi venticinque anni, proprio no. Oddio sto diventando vecchia.
Non so. Si accettano opinioni ed anche indignazioni, beninteso.

C’è un’altra me, nell’Universo Parallelo, che si è sposata, eh. Si è sposata a vent’anni e ora ha due pargoli ed è felice anche così. Io ne sono convinta. Ma questa qui, la me che abita a Chicago da meno di un anno ed ha un alter ego, non ci può pensare, a quella possibilità.
Perchè, come mi ha insegnato la mia prof. di italiano che non scorderò mai, credo che il matrimonio sia una cosa seria. E le cose serie o le fai fatte bene o non le fai per nulla; non ha senso mettersi la fede al dito e poi gettarla a mare.
Sarebbe da riguardarsi Casomai, ogni tanto.

 

Hakuna Matata

Avete presente quando vi girano i coglioni? Ma vi girano i coglioni proprio tanto, anche se fuori ci sono 18 gradi – ehssì, perchè oggi va così – e anche se siete stati a pranzo fuori e vi siete distratti e divertiti? Quando non c’è verso di sorridere e pensare positivo perché vi girano e basta?
Ecco. Oggi va così. E non è per l’esame di stasera – o almeno non del tutto – e non è neanche perchè non so quali domande porre alla classe a proposito della roba che dovevamo leggere oggi – sì, questa è un’altra storia – e neanche perchè giovedì devo pranzare con il tizio che dovrebbe prendermi per il tirocinio e sono in ansia. Semplicemente, mi girano.
Ad elica, vorticosamente. E in questi casi c’è veramente poco da fare. C’è stata solo una cosa che mi è venuta in mente, dopo tantissimissimo tempo. Un’idea un po’ scontata, forse? O forse no. Ma il sing along è d’obbligo, qui. Per cui, ecco la mia soluzione al problema.
E’ bello scoprire di saperla ancora a memoria dopo due anni che non vedo il movie.
 

Il sergente nella neve e altri motivetti notturni

Me lo dite voi, che ci faccio, a mezzanotte e quarantanove, sveglia a scrivere? No, per cortesia.
Per di più, ad ascoltare i Mercanti di Liquore e Max Pezzali, a mandare e-mail di poche righe oltre oceano, a girarmi e rigirarmi mentre il criceto ha deciso che stasera deve girare nella ruota e non dormire.
Lo abbiamo avuto tutti, da piccoli, un criceto. Non dite di no. E tutti ricordiamo lo gnik gnik della ruota che gira. Ecco, il criceto nel mio cervello ha deciso che stanotte non dorme, tanto comunque mi devo alzare alle otto, per cui che differenza fa un’ora più o in meno di sonno?
Nessuna. Eccerto.

In breve, mi sto facendo una cultura su I Mercanti di Liquore, ora come ora, trovo pillole niente male da segnarmi e ricordare. Ne sto spargendo un po’ su faccialibro, già che ci sono. Forse il criceto ha smesso di correre, ad un certo punto si sarà stancato.
E questo è un post un po’ inutile, a dire la verità. Però non fa nulla.